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SIAMO TUTTI COSTRETTI A DIVENTARE UN PO’ CONTENT EDITORS…

Vogliamo raccogliere da subito alcuni spunti offerti dalla recente intervista ad Eugenia Romanelli e prendere in esame una prima specialità richiesta dai nuovi linguaggi della comunicazione. Iniziamo dalla figura del content editor. Se in una grande azienda è possibile pensare che questa funzione sia affidata ad una persona specifica che studia il web, ne analizza li sviluppi e ne valuta le esigenze; in una normale struttura impegnata nella comunicazione è ovvio pensare che tutti ci dobbiamo trasformare in content editor. Ma soprattutto che, più banalmente, dobbiamo ragionare su una trasformazione del linguaggio che sappia fronteggiare le nuove esigenze del mercato della comunicazione. Scendiamo nel dettaglio facendo un esempio concreto. Nella redazione di un comunicato stampa relativo ad un prodotto artistico, culturale, l’uso della metafora, di un linguaggio informativo, ma anche suggestivo era spesso un modo per restituire il senso più profondo dell’oggetto culturale che si andava a descrivere. Ora, questa metodologia di redazione dei testi non ha perso il suo fascino e la sua funzione, ma in un momento storico in cui un comunicato stampa de poter arrivare al tamburino come al tweet, a facebook come alla rivista di approfondimento, si è giocoforza costretti ad un mutamento drastico del metodo di lavoro. Se, oltretutto, ci si confronta (e per il prodotto culturale è un dato sempre più essenziale) con il mercato anglosassone, ecco che il linguaggio deve riuscire a fornire informazioni e suggestioni anche attraverso ad un linguaggio differente. Dove, badate bene, la metafora e le varie declinazioni delle figure retoriche non perdono il loro valore semantico. Ma vestono altri panni: più immediati, diretti. Meno fioriti e più semplici. Ma soprattutto dove si deve prestare attenzione a coniugare la sintesi con un uso accurato, completo ed esaustivo delle parole (i celeberrimi tag) che permettono agli amati motori di ricerca di collocare le nostre informazioni in cima agli schermi di tutti i computer che ci interessi raggiungere.

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