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Cinema

Pane dal cielo: la fiaba epifanica esce in sala

Dopo sei mesi di test con il pubblico, Pane dal cielo conquista la sua distribuzione (Emera Film) ed approda in sala a partire dal 14 dicembre. Prima tappa a Milano al cinema Sala Wagner (Piazza Wagner Riccardo, 2 – ore 21.00), proprio a ridosso di Natale per regalare il suo messaggio epifanico di speranza e di riflessione: un elogio del valore degli ultimi e dell’apertura del cuore. Pane dal cielo è il primo film del regista e produttore Giovanni Bedeschi con Donatella Bartoli, Sergio Leone, Gigi Piola, Mauro Ramerio e con la partecipazione straordinaria di Paola Pitagora. Prodotto da Bedeschifilm, il film racconta la toccante storia di due senzatetto che trovano un neonato in un cassonetto. Ma il bimbo non lo vedono tutti…

Con questo lavoro il regista ha voluto mettere in luce, oltre al profondo messaggio d’amore e di accoglienza, anche la difficile condizione degli homeless.

Il film prosegue il 15 e il 16 a Padova (cinema Esperia- ore 18:30) e rimarrà in tour nelle sale italiane simbolicamente fino a Pasqua.

 

Sinossi

Lilli e Annibale vivono nella città di Milano. Dormono nei pressi della Bicocca, vicino alla stazione Greco – Pirelli. Annibale ha circa cinquant’anni; Lilli più o meno quaranta. La notte di Natale Lilli e Annibale trovano un neonato dentro un cassonetto. E’ un maschietto sano, scalciante. I due cercano di riportarlo al più vicino ospedale pediatrico ma quando arrivano, assistono a un evento straordinario: nessuno dei dottori  e degli infermieri può vederlo.

La scena è surreale: Lilli e Annibale issano il bambino davanti ai loro occhi e quelli vedono solo aria, niente di niente, nessun neonato. Ma non è così per tutti. C’è qualcun altro, oltre ad Annibale e Lilli, che riesce a vedere il piccolo. Sembra che il bambino sia invisibile per lo più alla gente che vive nelle case.

I due senzatetto si ritrovano così improvvisati genitori di una creatura davvero speciale. Al deposito della stazione Lambrate, dove decidono di accudire il piccolo, si genera una piccola comunità: un’eterogenea famiglia di senza dimora di ogni tipologia e provenienza.