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Musica

L’île noire

L’arcipelago umano in musica dei Fil Rouge Quintet

(Alfamusic, distrib. Egea)

Esce per AlfaMusic (distrib. Egea) L’île noire, secondo album a firma Fil Rouge Quintet, il progetto di Manuela Iori, pianista e compositrice, e Maria Teresa Leonetti, autrice e cantante, che condividono il palco e il viaggio musicale con Charles Ferris, tromba flicorno ed effetti, Michele Staino, contrabbasso, e Ettore Bonafé, batteria e percussioni (djembé, tabla, kalimba, congas, anklung). Sette brani di cui sei composti e arrangiati da Manuela Iori su testi scritti da Maria Teresa Leonetti sia in italiano che in francese, cantati e recitati. Infine una cover densa di significati: Alexander Platz di Franco Battiato. Special Guests due mitici protagonisti del panorama italiano e soprattutto internazionale: il raffinato Javier Girotto con il suo sax tenore in Tango romanesco e Badara Seck, griot e interprete dalle mille sfumature, con grandi collaborazioni in ambito musicale e cinematografico, in Les villes cachées, racconto struggente della drammatica esperienza del viaggio in mare dei migranti.

Un lavoro ricco, di una ricerca musicale profonda e sofisticata, mai scontata, anche a livello strutturale, giocata in un delicato dialogo tra sezioni strumentali scritte e momenti di improvvisazione. Centrale l’attenzione sul ritmo: l’amore per i tempi dispari (dove le tabla la fanno da padrone), stacchi ritmici e cambi di tempo repentini che creano un sound sempre inaspettato. La ricerca armonica si è lasciata ispirare dalle musiche dal mondo: dal jazz etiope di Mulatu Astatke, dal trio onirico di Avishai Cohen (non a caso il contrabbasso è spesso grande protagonista nei vari brani), dalla musica africana ma anche dai grandi della musica classica come Mussorgsky.

L’île noire è un album introspettivo ed evocativo. Nasce dall’idea che ogni persona è un arcipelago, composito e dalle mille sfaccettature come la vita, come le esperienze umane, e la loro ‘isola nera’ ne rappresenta le tante parti.

Come ci spiegano direttamente le autrici: “L’idea era di rappresentare questa isola nera come simbolo di salvezza per chi è alla deriva nel mare della vita. Ma l’isola è anche una delle tante sfaccettature dell’essere umano, tenendo presente che ogni persona è un arcipelago, cioè un insieme di isole.

Il messaggio che tenevamo a trasmettere con l’immagine dell’isola, anche attraverso il progetto grafico, è questo: nel nostro mondo così pieno di futilità e brutture è fondamentale riconoscere ciò che c’è da salvare e che vale la pena proteggere, ovvero gli affetti, le tante parti buone di noi, la nostra essenza più intima e, in definitiva, la vita stessa.

Le illustrazioni dell’album

Lavoro artistico nel lavoro artistico, la copertina dell’album è firmata da Zodanzo, illustratore francese che è partito proprio dal concetto dell’arcipelago e delle isole che lo compongono. “Condivido l’idea che ogni persona è un arcipelago e le isole che lo compongono sono un tesoro: i nostri valori possono contribuire a salvare il mondo, a mitigare le sue disgrazie e i suoi orrori.” Altro importante aspetto è quello dei due temi ricorrenti all’interno dell’album: la Vita e la Morte. 

Sono partito abbastanza rapidamente con l’idea di personificare un’isola; accanto a essa ci sono delle scogliere che sono sì pericolose per la navigazione ma che al contempo rappresentano rifugio e fonte di vita per molti uccelli, animali e vegetazione. 

Volevo un’illustrazione poetica, come le canzoni dei Fil Rouge: questa donna-isola, meditativa, abbraccia una barca come si fa con un bambino, o con un oggetto appartenuto a una persona cara, ormai scomparsa. Nel libretto, questa barca ci conduce di canzone in canzone.”

Zodanzo. Diplomato alla Scuola Nazionale Superiore d’Arte di Nancy (Francia) e in seguito specializzato presso la Scuola Superiore d’Arte di Strasburgo, realizza illustrazioni in cui la ricerca del senso conta tanto quanto l’estetica. Nel lavoro su carta stampata o nella creazione di locandine, trasforma le sue idee e i suoi valori in immagini di critica sociale, interrogando la natura umana ed evocando la sensibilità e la poesia della vita. Grande amante della musica e attento alle questioni sociali, è anche impegnato in ambito associativo per la promozione di musicisti emergenti e nell’azione sociale.

Track by track

L’île noire, il primo brano che dà il titolo al disco, parla dell’esperienza personale della solitudine. Una solitudine che si fa collettiva ne Les villes cachées,  dove si parla del viaggio in mare aperto e delle solitudini dei popoli migranti che continuano a vivere e lottare, anche dopo la morte, nelle città nascoste di un mare che li ha ingiustamente trascinati nei suoi abissi. L’album prosegue con un tango malinconico e disincantato, Tango romanesco, che ricorda l’amore paterno e le passeggiate domenicali di una bambina insieme a suo padre nella Roma di quarant’anni fa. Si passa poi alla freschezza e leggerezza di un falò estivo alimentato da Le vent de la mer, il vento del mare, che strizza l’occhio a Couleur Café di Serge Gainsbourg. A seguire un’ Alexander Platz tutta in stile Fil Rouge, chiaro omaggio al maestro Franco Battiato che si ispira all’eleganza dell’interpretazione di Milva. Gli ultimi due brani sono uniti dal tema del non esserci più, almeno fisicamente. In La sauterelle,  si racconta di una cavalletta, un essere forse abitato dall’anima di qualcuno che abbiamo dovuto salutare “di corsa, di corsa”. La cavalletta si è annidata sulla finestra di casa di una donna che ha dovuto dire addio a sua madre, inaspettatamente “presto” e in tempi pandemici, per ricordarle che ancora vive intorno a lei e che forse un giorno, come dice il testo, “ti cercherò, ti troverò, ti rivedrò.” A seguire La suite des promeneurs solitaires costruita su quattro storie: quella di un bambino diventato angelo; di una signora elegante, sola e fragile nella sua malattia e arrivata in cielo su una carrozza di nuvole aranciate dalle luci del tramonto; quella di una ragazza che si interroga sul senso della vita; e infine di una donna ormai consapevole della caducità dell’esistenza e giunta a una conseguente quiete interiore.  

La registrazione

L’album è stato registrato presso lo ‘Studio Elettra’ di Rita Marcotulli, alle porte di Roma, con Pasquale Minieri e Sandro Marcotulli. Il lavoro è proseguito poi presso lo ‘Studio Olga’ di Ettore Bonafé nel Chianti e da ultimo hanno lavorato al mixaggio e al mastering presso ‘Jambona Lab’ con Antonio Castiello e Aldo De Sanctis, sempre in Toscana, a Livorno. Uscirà a fine giugno per l’etichetta AlfaMusic.